22 ottobre 2014
Testo di Stefano Pellini
Nacque a Berlino nel 1837, da famiglia protestante. Il padre Friedrich era ebanista, e trasmise al figlio un’ottima preparazione nella lavorazione del legno. A Berlino, il giovane Gern ebbe contatti con organari locali, ma il 2 aprile 1860 si trasferì a Parigi, dove si mise alle dipendenze di Aristide Cavaillé-Coll (1811-1899), sicuramente l’organaro più celebre dell’età romantica, e non solo in Francia. Durante il periodo di lavoro del Nostro presso l’atelier parigino, furono costruiti dalla ditta i grandi organi parigini di Saint Vincent de Paule e St Sulpice.
Il contatto con il mondo culturale dell’Impero Francese deve aver molto influito sulle speranze e le scelte del 23enne prussiano. Durante i sei anni con Cavaillé-Coll, Gern raggiunse l’ambita carica di “Contre-Maitre”, ossia capomastro, direttore di cantiere. In questa veste compì il suo primo viaggio di lavoro in Inghilterra nel 1866, viaggio che doveva suscitare in lui una forte impressione positiva. Appunto ne 1866 Gern diresse l’edificazione dell’organo Cavaillé-Coll e due manuali presso la Carmelite Church High St. Kensington, inaugurato da Guilmant e Widor.Questo strumento impressionò fortemente il selezionato pubblico presente all’inaugurazione. La Carmelite Church, importante edificio vittoriano, contava una comunità monastica comprendente molti Padri provenienti da Francia e Germania. L’organo, inoltre, fu elogiato da molti dei più celebri organisti inglesi, tra i quali citiamo qui W.T. Best, E.G. Hopkins A. Low.
In “The Musical Opinion” del 1867, Gern fa pubblicare la seguente inserzione: “Organi da Chiesa e da Sala da concerti/ A. F. H. Gern, già capomastro presso A. Cavaillé-Coll in Parigi, avverte la Nobiltà, il Clero e la piccola nobiltà, che si è trasferito a Londra ed è pronto ad accettare ordini di lavoro. I suoi organi si distinguono per l’uso degli stessi materiali e per la stessa finezza d’esecuzione di quelli della sopra citata eminente fabbrica. Orleans House 2 Upper Holland St Kensington W”.
Cavaillé- Coll doveva stimare assai l’ex dipendente, come testimoniano le seguenti attestazioni: “La seguente certifica che il signor August Gern è rimasto nel nostro laboratorio dal 2 Aprile 1860 sino al 31 Luglio 1866, lavorando come capomastro”. “E’ per noi un piacere riconoscere che durante questi anni siamo stati soddisfatti del suo lavoro e del suo comportamento, e che egli lascia la nostra ditta libero da ogni incarico. Parigi, il 2 Agosto 1866. A. Cavaillé-Coll”.
La domanda che ci possiamo porre è : come mai Gern decise il trasferimento a Londra, potendo invece vantare a Parigi una buona posizione in una ditta di grande fama internazionale? La risposta ha esclusive motivazioni storiche: tra Francia e Prussia cresceva un forte antagonismo politico, fomentato dal Bismarck. Mentre nel 1866 Gern montava a Lodra l’organo Cavaillé-Coll della Carmelite Church, Bismarck era pronto a marciare sulla Francia. Gern era un prussiano, quindi persona non grata, se avesse continuato a lavorare a Parigi. Il Regno Unito, con la sua relativa stabilità economica, politica e sociale sembrava a lui l’unica possibilità di scampo, tanto più che la comunità di emigranti tedeschi era davvero grande. In molte città inglesi vi erano chiese, clubs e scuole per tedeschi. Nella capitale avevano persino un proprio ospedale, una loggia massonica e una propria versione del Club “Athenaeum”!
Il primo organo costruito da Gern nel Regno Unito, e anche suo primo strumento, è il grande organo a due manuali della Chiesa londinese di Notre Dame presso Leicester Square (1868). La nomenclatura dei registri è completamente in francese, e la disposizione fonica ricalca quella dello strumento che il maestro aveva edificato due anni prima a Kensington: il Great e il Pedale sono pressochè identici.
Ben presto arrivarono le prime commissioni: dapprima dai sobborghi di Londra (ricordiamo qui il grande organo della chiesa di St. Matthew, Westminster, 1902), ma ben presto anche dall’Olanda, dalla Normandia, dall’Italia (Sanremo, 1894) e persino dall’Australia. La storia non è stata clemente con gli organi di Gern: gran parte di essi è stata dispersa o distrutta nell’ultimo conflitto mondiale. Allo stato attuale delle conoscenze, non ne sopravvive più di una decina scarsa!
Nel 1906, ormai affermato organaro (tra i suoi estimatori il celebre organista e compositore Vaughan Williams), trasferì il laboratorio a Turnham Green Terrace, Chiswick, ma morì a causa di un’angina pectoris l’anno seguente, a 69 anni. Lasciò ogni suo bene alla moglie Fanny, con testamento del 1868, mai ritoccato.
Tutti conoscono la mitezza del clima ligure: già dalla metà dell’Ottocento, comunità straniere, soprattutto inglesi, polacche, tedesche e russe, avevano stanziato proprie comunità nelle località della riviera: Genova, Alassio, Sanremo, Bordighera, Ventimiglia.
La comunità inglese di Sanremo era tra le più numerose e facoltose: potè infatti permettersi il lusso di far costruire una grande chiesa, terminata nel 1890, costruita in puro stile vittoriano, con pavimento ligneo, vetrate preraffaelite, colonne in marmo botticino, pala d’altare lignea, vero capolavoro d’ebanisteria. Terminata la chiesa, gli inglesi si rivolsero a Gern per la costruzione di un nuovo organo. Purtroppo non abbiamo rinvenuto il contratto: l’archivio degli anglicani, dopo il loro abbandono della chiesa, è stato trasferito a Genova, dove giace negletto e non consultabile, almeno per ora.
Nel 1893 morì a 21 anni Bertie Price, figlio di una delle più facoltose e attive sostenitrici della comunità inglese: in memoria del ragazzo, la madre volle donare alla chiesa un grande organo, come si evince da un’iscrizione su targa d’ottone posta sotto la facciata laterale.
Nel 1894 lo strumento era già pronto nel laboratorio di Londra, e fu inaugurato con due recitals alla presenza del Vescovo di Gibilterra (v. ultra la disposizione fonica).
Solo nel 1896 l’organo venne collocato nella chiesa sanremese, e nuovamente inaugurato: sappiamo solo, dalle cronache locali del tempo, che tale strumento impressionò fortemente l’opinione pubblica locale, tanto più che si trattava di un manufatto straniero e rispondente a un’estetica nuova, diversa da quella italiana, ma che ben presto sarebbe divenuta imperante anche in Italia. Non dimentichiamo che, sempre in Liguria,a Genova, l’inglese Trice aveva aperto un grosso laboratorio, e nel 1890 aveva costruito il primo organo elettrico d’Italia, quello della Basilica genovese dell’Immacolata, con il plauso di M.E. Bossi e G. Tebaldini.
Il perché della scelta di Gern, che sicuramente doveva essere più esoso del Trice, si spiega semplicemente per l’amicizia personale del nostro con l’allora Pastore della Chiesa sanremese.
Lo strumento non deve aver avuto un funzionamento ottimale: stando anche a testimonianze orali, urgevano spesso riparazioni: dobbiamo tener presente che esso fu costruito a Londra, con legni stagionati nell’uggioso clima inglese. Certamente l’impatto dell’aria di mare, ricca di salsedine (la chiesa è molto vicina al mare, perlatro), deve aver dato non pochi problemi all’assestamento dell’organo.
Fatto sta che nel 1927 ci si rivolse allo svizzero Lucien Goll, organaro di modesta levatura, per un restauro completo: Goll fu attivo in molte località della riviera; ricordiamo qui un analogo intervento sull’organo Nicholson (1894) della Chiesa Anglicana di Menton ,operato anch’esso nel 1927.
Goll rifece la trasmissione dalla consolle ai somieri, stravolgendo l’originaria trasmissione pneumatica del Gern (Gern era fiero della sua pneumatica, che definiva prontissima e precisa: addirittura la brevettò, affinché nessuno la potesse copiare!). La consolle, posta in origine in presbiterio sotto la facciata principale, venne rimossa e ne venne posta in navata una nuova(con combinazione libera e nuovi pedaletti), di fronte alla facciata laterale, e collegata ai somieri con un lungo e voluminoso fascio di tubi di piombo, fatto passare sotto il pavimento della chiesa. Alcuni registri vennero rinominati: il Flauto traverso del Great divenne Flute Harmonique, la Fifteenth del Récit divenne Flautino. A Goll si deve l’aggiunta di cinque nuovi registri. Tali registri erano: Viola 8’, Clarabella 8’, Clarinette 8’al Great, collocati su apposito somiere posto fra la facciata principale e la cassa espressiva; Oboe 8’ al Récit, aggiunto aumentando la profondità della già grande cassa espressiva; venne inoltre resa reale la Flute 8’ del pedale, separandola dal Subbass 16’, di cui costituiva mero prolungamento. Per fortuna Goll comprò ottimo materiale fonico (tutto stagno tigrato e legni nobili), che ben s’integrava, nell’estetica e nella fattura, con quello del Gern. Aggiunse inoltre due mantici parascosse acquistati presso la Ditta Mascioni di Cuvio (Va).
Ma l’organo continuava a dare problemi: Goll non firmò il lavoro, e se ne andò sottopagato e sena troppi ringraziamenti…
La Comunità inglese di Sanremo, nel frattempo, vedeva un calo numerico costante dei propri membri: le difficoltà economiche per la manutenzione della chiesa divenivano insormontabili. L’organo continuava a svolgere la sua mansione con sempre maggiore fatica: testimonianze orali (Signora Elizabeth Cordone) ci hanno confermato che lo strumento era continuamente soggetto a perdite e strasuoni. Fu suonato per l’ultima volta nel 1952, per l’incoronazione della Regina Elisabetta II. Intanto, a peggiorare la situazione, si aggiunsero le sempre più consistenti infiltrazioni d’acqua piovana dal tetto sovrastante l’organo. Lo strumento divenne del tutto in suonabile, il legno dei somieri si imbarcò completamente, le canne lignee si aprirono sfaldandosi.
La comunità anglicana negli anni Ottanta era ridotta a poche unità; uno stesso Pastore celebrava i Servizi liturgici ora a Genova, ora ad Alassio, ora a Sanremo, ora a Mentone…anche il canto degli Inni era diventato difficoltoso, e si ricorse all’uso di musica registrata. Una fine davvero ingloriosa, per l’organo Gern!
Nel 1990 la Chiesa fu acquistata dalla Famiglia dell’Ave Maria , Fondazione Cattolica istituita nel 1948 da Maddalena Carini. Il Presidente della Fondazione, Don Vittorio Cupola, è sacerdote molto sensibile alle problematiche liturgiche e musicali, e ha compiuto seri studi musicali. Lasciò agli anglicani la possibilità di celebrare il Servizio Divino (tutte le Domeniche alle ore 10), fino a che, nel 1999, le cinque persone rimaste vennero accorpate alla comunità anglicana di Mentone.
Don Cupola si preoccupò ben presto di come recuperare l’organo, del quale, peraltro, si sapeva ben poco. Un gruppo di dilettanti si offrì per tentare un sommario recupero, ma questo tentativo, per fortuna, fallì quasi subito: erano troppo delicati gli interventi da praticare su un organo così malconcio.
Nel 1996, consigliato da un sacerdote modenese, contattò l’organaro modenese Alessandro Giacobazzi, discepolo di Balbiani. Personaggio originale e talvolta bizzarro, ma ben preparato per intervenire su organi a trasmissioni pneumatiche. Intanto l’Ispettore Onorario della competente Sovrintendenza, M° Silvano Rodi, incominciava le ricerche per assegnare all’organo una paternità.
Giacobazzi, intanto, volle dimostrare alla possibile futura Committenza che l’organo si poteva recuperare nella sua interezza, e in una settimana rimise in funzione i comandi della consolle, già danneggiati dai topi, e fece suonare i registri del Great aggiunti da Goll, in quanto posti su un somiere laterale non toccato dalle infiltrazioni d’acqua. Orbene, non solo le trasmissioni erano pronte, ma la sonorità di quei registri appariva davvero degna di nota; tanto più che il registro ad ancia, che non suonava da almeno quaranta anni, era pressocchè accordato!
Si chiesero, come di prassi, tre preventivi: Giacobazzi, Brondino Vegezzi-Bossi e Inzoli. Don Cupola optava per Giacobazzi, il quale però non aveva mai lavorato per la Sovrintendenza genovese. Fu interessato il Dr. Mischiati di Bologna, il quale confermò la fiducia a Giacobazzi, avendo visionato alcuni suoi precedenti lavori.
Il primo problema che si pose all’inizio dei restauri fu quello del mantenimento delle trasmissioni. L’organaro si definì disposto a conservare appieno la pneumatica, ma non poteva garantirne una lunga durata. Sappiamo infatti che la pneumatica (contrariamente a quello che si crede!) è una trasmissione molto precisa, ma è troppo soggetta ai mutamenti climatici e ha poca tolleranza: siamo certi che se fossero state conservate le trasmissioni originali di Gern, esse avrebbero garantito buona durata, ma l’opera di Goll non dava sufficienti garanzie. Nel febbraio 1997 si riunì la Commissione Diocesana per gli Organi antichi (Diocesi di Ventimiglia – Sanremo), guidata dal M° Rodi, assieme a Don Cupola, presidente dell’Ente proprietario della Chiesa. La discussione in merito alle trasmissioni fu vivace e accesa: Giacobazzi, infatti, aveva suggerito una trasmissione elettronica modulare, che conservasse appieno il funzionamento dei somieri del Gern; si sarebbero eliminati solo i tubi di piombo, opera di Goll, che collegavano consolle e somieri.
Dopo non poche incomprensioni e discussioni, si optò per la trasmissione elettronica, che permetteva, inoltre, l’introduzione di nuovi registri e di tutti quei congegni (aggiustabili,…) cui la trasmissione elettrica ci ha avvezzi.
L’organo venne smontato completamente; le canne depositate nella cripta della Chiesa, tranne quelle danneggiate, le quali, assieme ai somieri, vennero trasportate nel laboratorio di Modena.
I somieri vennero completamente smontati e aperti col vapore (l’unico in grado di sciogliere la colla d’ossi). Fu un lavoro gravosissimo e lungo: sarebbe stato più facile ricostruire dei somieri nuovi. Tutte le membrane di pelle furono sostituite con altrettante di scelta pelle d’agnello. Le canne lignee ricomposte.
A onore di Gern non possiamo tacere l’alta qualità del legno usato per la costruzione dei somieri: nonostante le infiltrazioni d’acqua più che quarantennali, esso ha dimostrato una buona tenuta. I somieri, collaudati in laboratorio verso la fine del 1998 diedero prova di un’ottima tenuta e prontezza di risposta. Naturalmente Giacobazzi aggiunse i magneti per il comando elettronico delle trasmissioni, nascondendoli con apposite cassettine (facilmente asportabili) in noce nazionale.
Intanto,mentre l’opera procedeva, il M° Rodi e lo scrivente pensavano ad un ampliamento dello strumento: innanzi tutto, l’ organo Gern era totalmente privo di Mutazioni e Misture (v. oltre la disposizione originaria); inoltre si pensava alla necessità di una buona ancia di 16’ al Pedale, a completare l’imponente basseria dei labiali di 16’. Don Cupola non badò a spese: “La Provvidenza ci aiuterà; ma l’organo deve riuscire perfetto e completo!”
Si pensò così di aggiungere una mistura al Great, una allo Swell; un Trombone al Pedale; Giacobazzi, inoltre, aveva in laboratorio una vecchia Tromba di 8’, di fabbricazione tedesca (Gieseke). Ma si doveva operare con attenzione e con criterio filologico: Rodi e Giacobazzi partirono per Londra, ove furono guidati da Jocelyn, organista londinese laureatosi con una tesi su Gern. Questi li portò a visitare tre strumenti Gern, di cui uno solo funzionante. Da essi furono desunte le esatte misure e i ritornelli, veramente inconsueti, delle Misture; si appurarono le misure dell’ancia del Pedale, che Gern nella prima ottava praticava sempre “bastarda”, ossia con la tuba di lunghezza dimezzata.
E così furono ordinate le canne, fatte costruire sui modelli Gern, in Inghilterra. Inoltre, poiché la tromba del modenese aveva i primi 24 risuonatori in zinco, si ordinarono anche 24 risuonatori di 8’ in tigrato, secondo la fattura di Gern.
Più oltre il lettore troverà tutto quello che concerne questo ampliamento.
I somieri e le canne restaurate tornarono in Sanremo nell’ottobre 2000. Il rimontaggio fu altrettanto laborioso; intanto il tetto era stato risanato, il vano ospitante l’organo trattato con antitarlo e provvisto di trappole anti-topi.
I mantici vennero aperti e puliti: furono trovate grosse quantità di sabbia! Per fortuna le pelli non erano state rose dai topi, essendo i mantici forniti di protezioni che, in posizione di riposo, nascondono le pieghe impellate.
Le canne vennero tutte rimesse in forma: da quelle metalliche fu rimossa un’ antipatica fascetta di carta, aggiunta forse da Goll (ma anche in età recenziore), la quale di certo non favoriva una buona emissione del suono. L’organo era stato infatti abbassato di mezzo tono, evidentemente per sostenere il canto di un’assemblea sempre meno numerosa, sempre più anziana e meno avvezza al canto.
Vennero posizionati i nuovi somieri, costruiti da Giacobazzi in noce nazionale, e funzionanti con semplicissimo sistema: sotto ogni foro vi è un solenoide (magnete che funziona verticalmente), il quale resiste, peraltro, anche alle pressioni più alte. La tromba di 8’ del Great fu posta fra il somiere maestro del Great e la facciata; la Misture del I fu posta su somierino sopraelevato; così quella del Récit. Il Trombone fu posto di fianco alla cassa espressiva, al posto di quei mantici parascosse che Goll aveva aggiunto, ma che è parso opportuno eliminare. Tale posizione conferisce una splendida sonorità dell’ancia, la quale non sovrasta, e viene percepita in chiesa con grande presenza e dolcezza.
La consolle venne modificata: rimossa la combinazione libera, e le relative placchette, rimossi tutti i comandi dei registri. La prima fu sostituita da una targa in oro zecchino recante la scritta “August Gern – London”, copiata da un’originale londinese; i secondi furono disposti “a terrazza”, secondo l’uso di Gern. Furono fatti pervenire appositi pomelli dall’Inghilterra, recanti la nomenclatura dei registri in carattere gotico, con lettera maiuscola rossa e altezza dei piedi del registro in numero romano, secondo un curioso uso Gern.
Furono aggiunte 4096 combinazioni aggiustabili (512 x 8).
L’organo è stato lasciato in assestamento per un anno intero: a differenza della prassi di molti organari, i quali, terminato il restauro, ritengono esaurite le loro mansioni e responsabilità, si è deciso di vedere come lo strumento reagiva agli sbalzi termici che la Chiesa, interamente lignea, subisce spesso. Nel corso dell’anno di osservazione, si è avuto un solo problema a un pistone pneumatico. L’elettronica non ha dato problema alcuno. Le ance antiche sono di ottima tenuta; più debole l a tromba del Great, che va accordata molto più spesso.
Il giorno 8 Giugno 2002, alle ore 21, lo scrivente ha convocato la Commissione Diocesana al completo, guidata dal M° Rodi, la quale ha collegialmente ispezionato lo strumento: il giudizio finale è stato più che positivo, verificato l’ottimo funzionamento dello strumento. La relazione è stata poi inviata alla Famiglia dell’Ave Maria e alla competente Sovrintendenza.
(secondo i dettami della scheda proposta da O. Mischiati)
Località
Sanremo (Provincia di Imperia, Diocesi di Ventimiglia – Sanremo)
Edificio
All Saints’ Church (Chiesa di Tutti i Santi), già Chiesa Anglicana; si tratta di una Chiesa privata, extradiocesana, di proprietà della Famiglia dell’Ave Maria
Autore
August Henry Gern, 1894-6
Ubicazione
In cornu Epistolae, in presbiterio, nel vano sovrastante la sacrestia.
Cassa
Lo strumento è ricavato in un vano murario ricavato tra il soffitto della sacrestia e il sottotetto; non ha vera e propria cassa.
Prospetto
A due campate: la prima dà sul presbiterio, la seconda sulla navata destra. Il profilo è mistilineo per la campata maggiore, piatto per quella aggettante sulla navata.
Intagli
Greca lignea con decorzioni intagliate di stile prettamente vittoriano
Colore
Naturale
Canne di facciata
35 nella facciata maggiore, 25 in quella minore; la maggiore è composta da una cuspide centrale con ali laterali, a loro volta rientranti su entrambi i lati. La minore è invece a cupide unica discendente.
Canna maggiore sonora: facciata grande: Do 1 del Diapason 8; facciata minore: Fa2 del Contrabass 16’.
Labbro superiore a scudo; baffi su tutte le canne.
Registri di appartenenza: Facciata grande- Diapason 8 ‘(18) e Dulciana 8’(6) + 11 mute (vd. ultra); facciata minore: Contrabass 16’ + 12 mute.
Bocche non allineate.
Tastiere
Due, in consolle separata, di 56 note (do1 sol5); la tastiera inferiore corrisponde al Great, la superiore allo Swell (Rècit). Tasti rivestiti in bosso e avorio, senza decorazioni particolari.
Pedaliera
Di 30 note, Do1 fa3, diritta e leggermente concava.
Registri
Disposti a tre“terrazze” a destra e sinistra delle tastiere. Comandi: tiranti a pomello(n. 34), recanti incisione in carattere gotico nero, con lettera maiuscola rossa e cifratura dell’altezza dei piedi in numero romano.
Trascrizione dei registri nello stesso ordine in cui sono disposti
Terrazza superiore, a sx della tastiera superiore(da sx a dx): Horn VIII, Oboe VIII, Celeste VIII, Gamba, VIII, Rohrflote VIII. A dx (da sx a dx): Lieblich Bourdon XVI, Diapason VIII, Germshorn IV, Fifteenth II, Mixture III ranks.
Terrazza mediana, a sx: Viola VIII, Clarabella VIII, Dulciana VIII, Flauto traverso IV, Double Open Gedackt XVI. A dx: Diapason VIII, Principal IV, Doublette II, Misture III ranks, Clarinette VIII, Trumpet VIII.
Terrazza inferiore: a sx della tastiera inferiore: Swell to Great sup.; Swell to Ped. sup.; Great to Ped sup.; Swell to Great; Great to Pedal; Swell to Pedal. A dx: Contrabass XVI, Subbass XVI, Flute VIII, Trombone XVI, Tremulant, Blower.
Accessori
Staffa per il graduatore, con indicatore a freccia; staffa per il comando dello Swell box; Pedaletti per unioni al pedale e unione manuali, 8 pedaletti per i gruppi di memoria (da 1 a 8); pedaletto per il Tutti; 10 pistoncini sotto la prima tastiera: Setter (fissatore), banchi da 1 a 8, annullatore generale. Display per visualizzare le combinazioni aggiustabili in uso; due pulsanti (+ e -) per l’avanzamento del banco di memorie. Leggìo ligneo; panca lignea.
Descrizione interna e specificazioni tecniche
Manticeria
Tre grossi mantici a lanterna: uno per il great, uno per il Pedal, uno per lo Swell; l’aria viene fornita da un grosso elettroventilatore posto in cripta; la presa dell’aria è però nella sagrestia della chiesa, per evitare che nell’organo sia immessa aria di temperatura differente rispetto a quella della chiesa. L’aria giunge al mantice di raccolta, quello del Pedale, e da esso viene poi convogliata negli altri due mantici.
Nell’ultimo restauro sono stati eliminati (vd. sopra) due mantici parascosse aggiunti da Goll; ciò non ha comportato alcun problema di tenuta dell’aria, che è abbondante e ben distribuita su tutti i corpi d’organo. Anche suonando l’accordo più fragoroso, non vi sono problemi d’aria.
E’ ancora presente, e funzionante, il sistema di alimentazione manuale, con ruota dentata la quale, attraverso una fascia robusta di cuoio, è collegata al mantice del pedale.
Pressione dell’aria
Goll aveva unificato le pressioni. Giacobazzi ha ristabilito le pressioni originali: 90 mm al great e al Recit; 120 mm al Pedale.
Trasmissione e somiere
Elettronica dalla consolle al somiere; pneumatica, originale, dal somiere alle canne; si tratta di un sistema pneumatico brevettato da Gern; l’aria, prima di entrare alle canne, percorre tre “gradini”, sollevando membrane ad ogni stadio. Nonostante la complessità del sistema, la risposta è ben pronta e precisa. Somieri in mogano e noce: uno maestro per il Great, uno per lo Swell; somieri nuovi in noce per Trumpet 8, Misture I e II, Trombone; somiere pneumatico, aggiunto da Goll, per Viola, Clarabella e Clarinetto. Somiere parziale per Contrabass e Subbass; somiere laterale per le canne 1-18 della Flute 8’ del Pedale; Somiere parziale per i bassi del Gedackt 16’ del Great e le prime undici canne del Cor de Nuit. Somieri perziali per i bassi di Bordone 16’ ,Diapason 8’ e Gamba 8’ dello Swell.
Ordine dei registri sul somiere : vd grafico alla fine di questa relazione
Crivelli
Tutti di legno non rivestito, bocche sovrastanti. A matita scritte originali di Gern indicanti i registri di appartenenza (idem sulla coperta del somiere).
Canne
Bocche: sopra il crivello
Materiale delle canne: vd scheda seguente sulla composizione fonica.
Restauri, modifiche, ampliamenti
1927: Lucien Goll (restauro con ampliamento)
1997-2001: Alessandro Giacobazzi (restauro conservativo e ampliamento)
Stato di conservazione ed efficienza
Ottimo; lo strumento è perfettamente suonabile.
Documentazioni e rilievi tecnici
Iscrizioni:
Sotto la facciata centrale, su targa di ottone: “A M D G/D D/A H G/1896”, che così intendo: Ad maiorem Dei gloriam/Domino dicatum/August Henry Gern/1896).
Sotto la facciata laterale, su targa di ottone: “To the Glory of God/in loving memory of Bertie Price who died /March 30th 1893 aged 21 Erected by his Mother”
Dietro lo schienale della consolle, targa in ottone che ricorda la munifica donatrice della nuova consolle del 1927.
Sopra la seconda tastiera, su frontale di noce, in oro zecchino: “August Gern – London”
Disposizione fonica e caratteristiche costruttive di ogni singolo registro
Disposizione originale (1894)
Great Organ (1° tast.), 56 note
Double Open Gedackt 16' (in legno tappato fino al Sol20, in lega tappato dal Sol#21 al Si24, aperto, di misura assai stretta,e in lega dal Do25; su somiere proprio fino al Sol20)
Open Diapason 8'(1-18 in facciata in stagno tigrato, dal Fa# in lega)
Dulciana 8'(le prime 6 in facciata in tigrato; in lega internamente)
Cor de Nuit 8'(tutte tappate, le prime 12 in legno, di cui 11 su somiere proprio accanto a quelle del Bordone 16’)
Principal 4' (lega)
Flauto Traverso 4'(legno, canne a forma quadrata; ultime 14 in tigrato)
Doublette 2' (tigrato)
Swell Organ(2° tast.), 56 note, chiuso in cassa espressiva
Lieblich Bourdon 16' (tutte tappate, legno poi metallo; prime 5 su somiere parziale proprio) )
Diapason 8(prime 12 in legno aperte, poi lega; prime 8 su somiere proprio)
Gamba 8' (prime 8 in legno,aperte, su somiere proprio)
Voix Celeste 8'(dal Do 2; tigrato)
Rohrflote 8'(prime 8 in legno tappate,poi canne di legno triangolari)
Gemshorn 4' (tigrato, misura stretta)
Fifteenth 2’
Horn 8' (tube in tigrato, ancia in ottone; ultime 4 ad anima)
Tremulant
Contrabass 16'(1-12 suonano due canne, una tappata di 16' e una aperta di 8', dal 13 aperte in facciata laterale)
Subbass 16'(legno)
Flotebass 8' (prolungato dal precedente, in metallo)
Ampliamento Goll (1927)
Great Organ
Clarabella 8'(in legno tappata fino a Fa#19; aperta in legno da Sol20 a Si24; armonica in tigrato dal Do25)
Viola 8'(prime 6 in comune con la Clarabella, poi aperte in tigrato)
Clarinette 8'(ancia “a lacrima”, a forma di triangolo rovesciato, tube in tigrato; ad ancia fino al Sol56)
Swell Organ
Oboe 8'(tube in tigrato,tappate,con tre fori; ancia fino al Sol56)
Pedal Organ
Flotebass 8’(18 canne di legno, che eliminano l’originario prolungamento dal Subbass 16’)
Ampliamento Giacobazzi (1997-2001)
Great Organ
Mixture III ranks 2'(2’; 1,1/3’; 1’; su somiere sopraelevato; canne in tigrato, unico ritornello tra Si24 e Do25)
Trumpet 8'(Tube in tigrato fino a Si24; in lega fino al 56, armoniche dal 37)
Swell Organ(2° tast.)
Mixture III ranks 1'(1’, 2/3’, ½’ ; ritornelli: Si12/Do13; Si36/Do37)
Trombone 16'(tube in tigrato, zoccolo in legno, prima ottava “bastarda”)
Totale canne:
Gern: 912
Goll: 249
nuove: 422